del regista Andrea Azzetti e Federico Massa, anno 2017
L’epoca del “sesto grado” si colloca tra le due guerre mondiali, tra il 1920 e il 1940 circa. Si iniziò a
misurare la difficoltà delle salite, si diffuse l’uso di chiodi, corde e moschettoni, che resero possibile
il superamento di grandi pareti con uno stile che oggi definiamo artificiale. Allo stesso tempo
germogliò il seme dell’arrampicata libera, ispirata ad un confronto puro con la montagna senza
l’ausilio di mezzi tecnici. Ettore Castiglioni, eroe romantico di questo periodo, interpreta entrambe
queste anime. Elegante, malinconico, profondamente innamorato della montagna e dotato di vasta
cultura e tecnica alpinistica, aprì oltre 200 vie, distinguendosi tra i migliori di quel periodo. Morì in
circostanze misteriose nel 1944, assiderato mentre fuggiva dalla prigione del passo Maloja dov’era
stato rinchiuso e privato di scarpe e vestiti. Venne rinvenuto a quota 2600 metri, avvolto in una
coperta, in Valmalenco. Aveva 36 anni. Per la sua attività Castiglioni è stato onorato con il titolo di
Giusto dell’Umanità.
presentazione del libro
“Il VI grado degli anni 30”
con la partecipazione dell’autore Sara Sottocornola
Dopo la proiezione Sara Sottocornola, autrice del libro “Il VI Grado degli anni 30” pubblicato nella collana La Storia dell’Alpinismo del Corriere della Sera, e la vice presidente del Film Festival di Trento Nicoletta Favaron commenteranno l’alpinismo dell’epoca e il ruolo del cinema di montagna nel racconto di queste
esperienze, con l’ausilio di brevi filmati
storici
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