Dove abita il silenzio, metamorfosi di un paesaggio a Cantù

Dove abita il silenzio, metamorfosi di un paesaggio

Evento culturale:
"Dove abita il silenzio, metamorfosi di un paesaggio"

Personale di Angelo Cesana, che si terrà dal 14 al 22 Dicembre 2019, presso il Cortile delle Ortensie in Via Matteotti, 33 a Cantù (Co), organizzato dall'Associazione ARTELARIO.IT e curato dalla Galleria Mauri di Mariano Comense, con il Patrocinio della Città di Cantù.

Orari di apertura della mostra dalle 15.30 alle 19.30

Inaugurazione della mostra e Vernissage: Sabato 14 dicembre alle ore 17.30

Info: www.artelario.it - segreteria@artelario.it - cell. 3357484009
oppure www.angelocesana.it - angelocesana@gmail.it - cell. 3398055938.

Sigla della mostra su youtube al link: https://youtu.be/jWwlC5NkbPw
e su http://www.artelario.it/in-svolgimento.html

DOVE ABITA IL SILENZIO
(Metamorfosi di un paesaggio)
L’Arte deve essere un canto di poesia, deve essere preghiera, deve diffondere saggezza, illuminare chi osserva, deve elevare lo spirito di chi medita per considerarla e assimilarla. Il sacro compito dell’artista è sempre di elargire forme comprensibili e che intendono l’arte sincera espressione di verità, forme cromatiche e plastiche.
Tutte le deformazioni tutte le degradazioni tutte le forme provocatorie, che purtroppo sono state accettate ufficialmente sono solo manifestazioni cerebrali e null’altro. Molti si chiederanno il perché dello stesso soggetto in tante opere. In effetti per me, il soggetto è sempre stato un pretesto, quello che conta nell’opera è l’atmosfera, il silenzio, l’emozione la poesia.
Certamente non è facile trasmettere queste sensazioni attraverso il colore, nonostante un lavoro di quasi cinquant’anni di pittura ininterrotta, perché dove abita il silenzio, è là che il pittore ascolta le voci del mondo ed è proprio là dove si raccolgono le emozioni, che bisogna dipingerle in fretta, perché le emozioni sono come i sogni svaniscono.
L’opera, a volte, suscita tante domande alle quali neanche il pittore sa dare una risposta, perché è la passionalità, la gestualità inconscia che lo spinge a dipingerla. In fondo sono solo ricordi che si dipingono per sé stessi.
Per questo ho dipinto sempre lo stesso soggetto, per far capire che ogni opera ha dentro una emozione e una storia diversa, e spero che lo spettatore sappia cogliere questa differenza. A. Cesana

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